dal SENTIERO ROSACROCIANO, N. 116 – 2° trimestre 1999



LA CUCINA DEL

DIAVOLO

E LO ZUCCHERO

di A. Sestili


Ad un piccolo libro che, per mole, non può avere molta evidenza sugli scaffali delle librerie, l’Autore, il dottor Gunther Schwab, ha voluto dare per titolo "Cucina dei Diavolo".


La piccola mole ed il titolo costituiscono un primo mimetismo per il libro. Ma l'Autore è ricorso anche ad altri espedienti, non accontentandosi di essi per scrivere, con pertinenza e con precisione, di verità che sconcertano e che riguardano i mezzi ed i procedimenti con cui le industrie e le tecnologie (troppo interessate al solo loro profitto), si sono sostituite alla Natura nel fornire gli alimenti all'uomo, il quale, indifeso in conseguenza di un suo caratteristico ignorare, ha subito un condizionamento dei suoi gusti e delle sue scelte tale da non essere nemmeno più possibile allarmarlo efficacemente nell’esclusivo suo interesse. Forse per questo   per dire di fatti veri di tal natura   l'Autore ha ritenuto di porre le realtà descritte sulla bocca del “diavolo", al quale viene concessa ogni azione intelligentemente nefasta nei confronti della vita e della salute dell'uomo.


Immagina, pertanto, una "casa del dìavolo", con personaggi vari e cori dei "diavoli" specializzati e preposti ad attività intese a sottrarre quanto assicura la migliore vitalità agli alimenti, a sostituire tali sostanze con altre velenose, a snaturare con procedimenti vari i cibi dell'uomo. Le descrizioni ed i risultati, fatti dire a personaggi immaginari ed esposti con un tono che sa di fiaba, rischiano di essere letti in chiave fantasiosa: sono, invece, delle esposizioni che, nella loro realtà, dovrebbero aver allarmato milioni di uomini e da molto tempo.


Vediamo che cosa dice il “ diavolo Morf “, preposto alla raffinazione degli alimenti, nella sua relazione resa al "diavolo direttore del reparto veleni negli alimenti" a riguardo dello zucchero:

" ... Che cosa c'è da dire contro lo zucchero: per quanto risulta, si tratta di un alimento indispensabile!", obietta la dottoressa Rolan, amica di Morf e da lui portata a presenziare al rap­porto. E Morf: "Ha ragione. Lo zucchero, presente nel regno vegetale quale sostanza vegetale e plastica, è un elemento fondamentale per la vita. Lo troviamo in misura del 14 per cen­to nella canna da zucchero, dal 17 al 20 per cento nella barbabietola unitamente a clorofilla, bioelementi e minerali. In tale concentrazione e sintesi, lo zucchero, quale prodotto naturale “ vivo “, è nutrimento necessario e di valore completo, insuperabile ed insostituibíle per le necessarie sostanze plastiche minerali che esso contiene in forma organica. Negli zuccherifici, però, viene sottoposto ad un lungo e complicato processo industriale.

Il sugo dei vegetali che lo contengono, viene riscaldato con latte di calce e da ciò risulta, anzitutto, una perdita dei sali minerali e delle sostanze proteiche. Con la reazione alcalina tutte le vitamine vengono distrutte. Nel corso di ulteriore lavorazione, lo zucchero viene a contatto con ossido di calcio, acido carbonico, anidride solforosa, carbonato di calcio. La massa è quíndi sottoposta a ripetuta cottura, a raffreddamento, poi a cristallizzazione ed a centrifugazione. La melassa viene poi dezuccherata con l'aiuto di idrossido di stronzio. Il prodotto già senza vita, così ottenuto, passa quindi alla raffineria.

Qui è purificato con carbonato acido di calce, reso bianco con l'acido solforoso, filtrato attraverso carbone animale e colorato con blu indantrene, una sostanza colorante tratta dal catrame, o con il tossico blu oltremare.

Che cosa possiamo fare davanti a questa realtà?

dovremmo cominciare col divenirne coscienti come singoli: per passare, poi, ad un conseguente orientamento che modifichi determinate nostre abitudini ed i gusti che ci condi­zionano. Se la totale eliminazione dello zucchero industriale non è forse opportuna e possibile, è però realizzabile l'eliminazione di determinati alimenti e, di bevande che richiedono la dolcificazione con zucchero.

E’ ad esempio fattibile l'abolizione o la decisa riduzione degli alimenti dolcificati della colazione mattutina e la loro sostituzione con minestre a base di fiocchi di cereali, con zuppe o con brodi vegetali, la rilevante riduzione nel consumo di altri alimenti o di bevande in ogni modo zuccherate; la sostituzione, nella rnisura e nelle occasioni possibili, dello zucchero con miele.

Provvedendo in tali maniere avremo gia ottenuto, nel nostro interesse e a nostro vantaggio, un efficace risultato, tale da ridurre o da contenere, i palesi o inavvertiti danni che ci può arrecare quel prodotto che non è poi molto esagerato definire come un "dolcissimo veleno".

Il risultato finale di questo processo - raffinato e complicato   è una sostanza chimica chiamata saccarosio (C 12 H22 01 1 ), smerciata nei negozi come zucchero cristallino, in polvere, in pani o candito. Ed ecco che, con scaltrezza e perfidia, abbiamo ridotto a strumento di morte una sostanza vivente della Natura.

Lo zucchero che esce dalla raffineria ha perduto ogni contatto con i sali vitaIizzanti e le ossidasi ed è una materia sintetica completamente morta, la cui digestione l'organismo uma­no non è in grado di sostenere senza effetti negativi. Tutte le sostanze vitali ed immunizzanti sono state distrutte o diluite ed alterate.

Preziose sostanze proteiche, pectine e vitamine vengono separate con la melassa e utilizzate quale foraggio per il bestiame. Il prodotto finale degli zuccherifici ha una densità dei 98,4   99,5 per cento ed in tali condizioni agisce come un "tossico".

"Una grossa parola che spetta a lei di dimostrarci!", borbotta la dottoressa.

Morf. "Chieda ad un coltivatore cosa può succedere se egli concimasse i suoi campi con un fertilizzante ad azione sette volte maggiore di quanto essi possono sopportare! Tutte le pian­te morirebbero. Lo zucchero industriale esercita una azione irritante sulle mucose, i tessuti, le ghiandole, i vasi sanguigni e gli organi digerenti dell'uomo.

Lo zucchero è il solo elemento a non contenere acqua.

Lor signori avranno già inteso dire cosa succede quando si deve digerire un cibo cui mancano le sostanze vitali. Esso agisce sull'organismo come un invasore che arraffa per sè tutte le sostanze che gli mancano, ma di cui ha bisogno per il suo catabolismo: e cioè sostanze vitali, bioelementi catalitici e minerali organici. Mille parti di acqua non sono in grado di assorbire che una parte dì calcio. Aggiungendo zucchero, la stessa quantità di acqua ne assorbe 35 volte di più. Lo zucchero si combina facilmente con il calcio: distrugge quindi, alla pari della farina bianca, ossa e denti, dall'interno verso l'esterno.

D'altra parte l’alimento, non genuino, altera la saliva, cosicché i denti vengono attaccati anche dall'esterno perché, in certo qual modo, si trovano esposti ad un bagno di aggressivi chimici. I liquidi dei tessuto dentario hanno una pressione di circa 7 atmosfere: lo zucchero industriale alimenta la pressione osmotica della saliva sino a 33,8 atmosfere e, attraverso erosioni e fessure, penetra nei denti come un cuneo ad azione esplosiva, con una compressione di poco inferiore alle 27 atmosfere.

Dirò ancora che gli alimenti grossolani, ad elevato tenore minerale, stimolano la peristalsi intestinale, poiché questi mancano completamente nello zucchero raffinato, il nostro magnifico agente morbifero è ottimamente idoneo a paralizzare il movimento spontaneo dell'intestino.

Tanto più zucchero l’uomo ingerisce, tanto più pigro diventa l'intestino: ed alla pigrizia intestinale è imputabile una infinità di gravi malattie".

Fin qui il "diavolo Morf': fra quant'altro potrebbe aggiungersi riteniamo di limitarci con quanto segue:

Gli zuccheri   o glicidi   rappresentano l'alimento energetico per eccellenza. Nella fase finale di trasformazione cui li sottopone l’organismo, vengono ridotti in glucosio che è l’agente e l'energetico della contrazione muscolare durante la quale si consuma. Ma i glicidi naturalmente congeniali all’uomo non sono quelli trasformati dall'industria, ma bensì quelli elaborati dalla Natura.

Senza addentrarci nella loro descrizione possiamo dire che quelli che ricorrono più frequentemente nell’alimentazione dell'organismo umano sono compresi nei monosaccaridi (fruttosio, levulosio, ecc.), nei disaccaridi (lattosio, maltosio. ecc.) e nei polisaccaridi (amido, fecole, ecc.).

Essi dovrebbero essere assunti nei prodotti naturali che li contengono (cereali, patate, legumi ed altri ortaggi, latte, ecc.), nei quali sono presenti congiuntamente a sali minerali, vitamine, proteine ed altre sostanze ancora, conosciute e sconosciute, ma essenziali per una completa ed equilibrata nutrizione. Per contro, lo zucchero, prodotto dall'industria con i procedimenti sopra descritti, è un alimento devitalizzato e squilibrato. Assunto in quantità diviene causa dei danni sopracitati e concausa di altri. Ne deriva la necessità di una sua effi­cace limitazione che si affianca anche al consiglio di un ragionevole ed appropriato razionamento degli idrati di carbonio in genere.


PRENDIAMO L’ABITUDINE DI USARE ZUCCHERO DI CANNA DA ZUCCHERO.