Testo inviato al Forum “ A.R.C.O. – Associazione Rosacrociana Oceanside “



PACIFISTI A COMANDO, GRAZIE NO!


In questi tempi si sta tentando di collocare tutti coloro che sono contrari alla guerra nel movimento pacifista globalizzato. E per rafforzare questa tendenza , in modo alquanto singolare si cerca di attirare i sostenitori della pace in generale sotto leaders e settori sociali che per volere la pace (a loro dire) praticano violenza verbale e/o fisica e danneggiamenti. Il desiderio di pace non diventa piu’ una nostra naturale scelta, esigenza di vita, ma espressione di una spinta “ a comando “ verso uno schieramento. Il caso attuale Bush – Saddam ne è una prova lampante. Sono di fronte due realtà politico – sociali – economiche molto differenti una dall’altra, sicuramente opposte, che dividono gli animi. Penso comunque che diffondere ora motivazioni trainanti perché esiste da tempo la dittatura del rais non dovrebbe rendere legittimo e giustificabile il ricorso alla guerra da parte di un paese o coalizione (sia pur avanzati) contro un altro. Molti altri paesi vivono nella dittatura da trenta, quaranta, cinquanta anni e nessuno si è mai sognato di attaccarli per questo. Né d’altro canto si può pensare che un paese totalitario di sinistra possa avere maggiori chances di un paese autoritario di destra: entrambi sono e restano autoritari.

La pace deve essere dentro di noi, la dobbiamo ricercare, coltivare e proteggere nella vita quotidiana da qualsiasi interferenza. Non dobbiamo aspettare che un tizio, una forza politica o religiosa una volta si, cento altre volte no, ci chieda di difendere la pace dalle ingiustizie guerrafondaie dell’uomo. La pace è praticamente lontana da tanti anni di sorprusi in buona parte dei paesi africani (forse nessuno ricorda piu’ i 2.000.000 di cristiani somali uccisi), nessuno ha mai acceso per loro un cero o praticato un digiuno. In Cina vengono mandati a morte migliaia di persone all’anno, ma è sufficiente che un condannato vada sulla sedia elettrica negli States per far muovere a comando le varie organizzazioni pacifiste globalizzate contro la pena di morte.

Vivere la pace ogni giorno con tutti, con il vicino di casa, stando in automobile, a contatto con i nostri simili, per fortificare il nostro ego e creare le condizioni di pace transnazionale, in una posizione di comprensione e rispetto reciproco tra cittadini e Stati. Noi non abbiamo bisogno di un direttore d’orchestra che ad un certo punto dà il “la” per concertare o ritrasmettere la musica della pace. Il problema sorge quando di fronte al nostro atteggiamento di pace, l’altro promuove violenza sotto qualsiasi forma. Attraverso i mezzi consentiti o patti tra Stati, bisogna riportare il violento alla ragione. Non si può certo colpevolizzare chi reagisce ad una violenza e trattare con indifferenza chi ha esercitato la violenza. Ad ogni violenza dovrebbe essere comminata una pena dalla società civile. Mi viene in mente un’espressione di Gesu’ Cristo: “ Date a Cesare quello che è di Cesare, date a Dio quello che è di Dio “. Eppure sotto la dittatura romana, la Palestina di quel tempo poteva avere qualche ragione per pretendere di ritornare ad essere un paese libero. Ho il forte dubbio che la comprensione assoluta dei mali del mondo può comportare solo decadenza fisica e spirituale.

Dobbiamo unire la nostra mente e i nostri cuori per indirizzare la nostra energia positiva, nonostante i nostri limiti, possibilmente sempre verso il bene e il positivo, logica base stimolatrice di pace duratura.

La pace ovunque e sempre.

Un abbraccio fraterno e che le rose fioriscano sulle nostri croci



Guaratuba